Stavo vagando per la rete quando mi sono imbattuta in un articolo di Sara McCord pubblicato su The Muse, "Why There's No Such Thing as a "Sign" You Did or Didn't Get the Job", e ho deciso di condividere con voi alcune considerazioni che ho trovato molto valide.
Come dice McCord, in effetti, quando siamo in cerca di un lavoro ci trasformiamo in veri e propri investigatori: cerchiamo informazioni sull'azienda, sul selezionatore, sulle possibili domande... e una volta fatto il colloquio?
Siamo persi nel nulla.
Non so cosa capiti a voi, ma a me è sempre partita la sindrome del refresh compulsivo di email, passando i giorni di attesa con i nervi a fior di pelle, in attesa della famosa "chiamata in caso di esito positivo o email in caso di esito negativo" e cercando di interpretare i silenzi in qualche modo.
McCord analizza tre possibili situazioni in cui il candidato si fa un vero e proprio film e interpreta male i segnali dell'azienda:
- Potrebbe essere una mera questione numerica: l'offerta per cui hai fatto il colloquio è stata ripubblicata e quindi sei certo di essere stato scartato? Invece no: i selezionatori non portano mai nelle fasi finali di un colloquio un solo candidato, perché devono avere la certezza di riempire la posizione e ridurre la rosa ad un solo nominativo potrebbe creare problemi, visto che il candidato potrebbe rifiutare; inoltre, potrebbero esserci dei post programmati che non sono stati tolti e quindi la posizione potrebbe risultare aperta quando non lo è più.
- Potrebbe essere questione di cultura aziendale: hai fatto il colloquio ed è andato alla grande: ti hanno dato del tu, ti hanno offerto il caffè, ti hanno parlato del tuo ruolo futuro in dettaglio spiegandoti cosa farai una volta lì. Frena, non correre: alcune aziende tengono a sviluppare la brand awareness anche tramite queste iniziative e semplicemente si mostrano così come sono, informali e apparentemente poco rigide. Attenzione: non ci si deve rilassare troppo perché comunque il contesto è serio e formale; anche se il selezionatore è amichevole, non è tuo amico e ci si deve comportare in modo professionale.
- Potrebbe essere questione di protocolli aziendali: il colloquio è stato freddo e non ti sei sentito a tuo agio? A volte le selezioni sono molto standardizzate per cercare di offrire ai candidati le stesse condizioni, ma alcuni segnali si possono decifrare lo stesso. Quindi non ti preoccupare se il selezionatore non ride molto quando racconti una storia divertente, ma preoccupati se lo vedi serio quando il tuo telefonino suona!
Infine, aggiungo io una mia considerazione personale: ogni azienda ha le proprie procedure e tempi tecnici e ci può volere veramente tanto tempo per gestire tutti i loop di colloqui in modo adeguato. Una cosa che il candidato non si deve mai dimenticare è che l'azienda non sta ruotando intorno a lui, durante la giornata ci sono anche altre deadline e quindi dare un riscontro al colloquio di un candidato potrebbe essere una delle ultime cose da fare. So che non è bello da dire, ma è così ed è meglio ricordarselo bene, anche per non preoccuparsi inutilmente.
So che non seguirai questo consiglio....ma basta ossessionarti con l'esito del colloquio, pensa ad altro!